Elia:
Una domenica d’estate, sono andato a Varazze, perché volevo andare a trovare mia cugina Mariangela.
Il primo giorno sono andato con il cane della prateria di piccola taglia. Ha delle unghie lunghissime, gli occhi marroni e il pelo è simile a quello di un riccio di colore castano, ha delle orecchie piccolissime.
Ad un certo punto il cane è sparito, allora io e il padre di Sergio, il marito di mia cugina, ci siamo separati per cercarlo.
Io ho preso la bicicletta e il padre di Sergio la macchina. Io sono andato a cercarlo a casa , poi nel bosco , poi al ruscello , alla fine l’ho trovato : era a dormire sotto una pianta di insalata.
È arrivato il padre di Sergio e mi ha detto: - Non l’ho trovato!
Aveva una faccia triste, a momenti, piangeva. Allora ho preso e gliel’ho dato e abbiamo finito la nostra passeggiata.
È stata un’ esperienza bellissima anche se un po’ paurosa.
Alla fine siamo andati a casa e abbiamo mangiato tantissimo, poi siamo andati alla fiera e ci siamo divertiti. Io sono montato sugli elastici e saltavo in alto!!!
Mi è piaciuta tanto questa giornata perché mi sono divertito un mondo.
Un’ altra volta spero di tornarci!
Aurora:
Un giorno di questa estate io e i miei genitori siamo andati a visitare le grotte del vento che si trovano in montagna, ma non ricordo dove.
Quando siamo entrati la guida ci ha avvertiti che c’erano delle regole da rispettare.
Siamo passati da una porta da dove veniva un’aria piuttosto fredda, siamo andati avanti fino ad una ripida ed alta scala ed io, solo a guardare quelle scale, ero terrorizzata. Mi veniva voglia di tornare subito indietro, ma sono stata zitta. Ho continuato ad avere paura.
Poi un ragazzo, un visitatore, mi ha aiutato per tutto l’itinerario.
Dentro la grotta c’erano delle stalattiti splendide, tutte bagnate.
Ho visto dei laghetti di ghiaccio che sembravano di vetro, ma non era vetro vero e proprio, perché era acqua solidificata.
Abbiamo anche visto dei fossili di pesci e uno scheletro di orso.
A me e ai miei genitori queste cose sono sembrate interessanti, ma io non vedevo l’ora di uscire da lì.
Miranda:
Durante l’estate io e i miei genitori siamo andati in Albania perché un mio zio si doveva sposare.
Quando il giorno tanto atteso è arrivato, ci siamo svegliati molto presto e ci siamo vestiti tutti eleganti.
Siamo andati con la macchina a prendere gli sposi e via, in giro in tanti posti belli per fare le foto.
Poi siamo andati subito al ristorante, perché noi non usiamo fare la cerimonia in chiesa, andiamo solo al ristorante e lì semplicemente, mangiamo.
Questa è la nostra festa di matrimonio.
A fine pasto il cameriere ha portato la torta degli sposi, era molto alta, a molti piani. Sul piano più alto c’era una statuetta che rappresentava gli sposi.
Gli sposi prima hanno tagliato la torta , poi hanno bevuto lo champagne.
Uno degli invitati ha sparato un petardo di coriandoli per festeggiare, tutti hanno applaudito.
Dopo pranzo è arrivato un gruppo musicale che ha iniziato a suonare e noi abbiamo iniziato a ballare la tipica musica albanese. Così io ho imparato il ballo albanese.
Ormai era tardi e gli sposi se ne sono andati.
Anche noi siamo tornati a casa.
Giacomo:
Come tutti gli anni, anche quest’anno in estate sono stato in montagna a Casasco, vicino a Como, con i miei genitori.
Quando siamo arrivati c’erano i miei nonni, che sono partiti dopo due giorni, ed i miei cugini. Dopo qualche giorno sono arrivati anche i miei zii.
Ci siamo rimasti due settimane ed abbiamo fatto molte cose.
Mio zio e mio padre hanno costruito una bellissima casa sull’albero. Era posta a tre metri di altezza e per evitare di cadere era piena di corde. Una di queste era collegata ad una carrucola con la quale portavamo le cose che ci servivano.
Un giorno siamo andati in Svizzera, a Lugano. E’ stato bellissimo. Abbiamo mangiato in un centro commerciale e abbiamo preso dei souvenir.
Ma l’esperienza che mi è piaciuta di più è quando siamo andati tutti in gita in montagna.
Ci siamo vestiti in modo appropriato: scarponi, pantaloni corti e occhiali da sole; soltanto mio zio aveva anche il bastone.
L’escursione è stata lunga ma bella, è durata tre ore. Abbiamo camminato una ventina di minuti nel bosco fino ad un’altura, lì abbiamo pranzato.
Quando abbiamo ripreso a camminare io andavo a passo svelto e spedito, senza mai fermarmi, così sono arrivato sulla cima della montagna, in un batter d’occhio, mentre gli altri sono arrivati dopo tanto tempo.
Lassù l’aria era freschissima e allo stesso tempo calda, dopotutto eravamo sopra i duemila metri ed era pur sempre luglio.
Io ero stanchissimo e siamo andati a mangiare in un ristorante lì vicino.
Quando sono partito ero un po’ dispiaciuto perché a Casasco sono stato molto felice e mi sono divertito tantissimo, però volevo anche tornare a casa mia.
Jacopo:
Durante l’estate sono andato nelle Marche con il mio amico Alessio, in un centro vacanze.
Era enorme pieno di giardini e aiuole di ogni tipo.
Erano tutte casine blu e rosa, quelle blu, dove eravamo noi, erano più piccole e quelle rosa più grandi. Ogni casetta aveva il proprio numero, dalla uno fino ad un numero grande pensate che la nostra era il numero duecentosessantaquattro.
Siamo stati fortunati perché eravamo proprio davanti alla piscina.
Appena siamo arrivati ci siamo messi il costume e siamo andati a fare il bagno, ovviamente in piscina.
Prima di entrare il bagnino ci ha fatto conoscere il regolamento della piscina.
Appena usciti dalla piscina siamo andati ad esplorare il posto.
Ad un centinaio di metri c’era il mare.
Il terzo giorno abbiamo fatto quasi tutto, dall’aatività più faticosa alla più rinfrescante, cioè dallo sport al divertimento. Ah dimenticavo! Abbiamo iniziato la pesca.
Purtroppo, avendo una sola canna, dovevamo fare uno per volta.
Una sera, per caso, siamo andati sul lungomare e abbiamo trovato un negozio che aveva tutto per la pesca, ne abbiamo approfittato per comprare una canna nuova.
Una sera il fratello di Alessio ed il suo amico Davide hanno preso la schiuma da barba e ce l’hanno spruzzata sul nostro corpo. Suo padre l’ha sgridati così tanto da svegliarmi.
L’ultimo giorno siamo andati a pescare dalla mattina fino al tardo pomeriggio.
Insomma è stata una bella vacanza, il prossimo anno spero di ritornarci.
Laura:
Il giorno 10 giugno è nata mia sorella Alessandra.
E’ nata di notte e purtroppo mamma e babbo erano in sala operatoria mentre io ero in corridoio da sola. Mio fratello era rimasto a casa a dormire quel pigrone ! ! ! !
Io però l’ho vista con la placenta addosso ed era comunque bella. Dormiva e quindi sono stata un po’ con mamma poi babbo ha detto che dovevamo tornare a casa.
Quello è stato il mio giorno preferito.
Youssef:
Quando è finita la scuola io sono tornato in Marocco con la mia famiglia.
Sono arrivato in Marocco tutto felice perché stavo per rivedere i miei cugini ed i miei amici.
Appena arrivato ho salutato tutti, sono andato a casa del mio zio e ho chiamato il mio cugino Zaccaria per giocare a pallone.
Siamo andati a giocare vicino a casa mia .
Finito di giocare con i miei cugini sono andato a mangiare il cuscus con tutta la mia famiglia.
Ero felice perché avevo rivisto i miei amici e i miei parenti.
Abbes:
Dopo la fine della scuola sono andato in Marocco con la mia famiglia.
Ero contento perché ho rivisto le mie cugine e anche i miei amici .
Ogni giorno andavo a giocare a pallone con i miei amici e più tardi andavo dal mio cugino a guardare la televisione .
Io sono andato con la mia famiglia a trovare la mia nonna che era ammalata. L’avevano portata all’ospedale e la mia mamma era preoccupata perché era restata troppi giorni all’ospedale.
Poi è arrivata a casa ma nessuno poteva vederla perché era molto stanca e non poteva parlare né poteva muoversi .
Quando siamo partiti per tornare in Italia io ero contento perché avevo giocato con i mie amici ma anche un po’ triste perché avevo visto la mia nonna ammalata.
Erica:
Un pezzo della mia vacanza l’ho passato in Lunigiana, a Filetto, su per i monti, accompagnata dai miei genitori e dal mio fratellino.
Lassù in cima ci puoi arrivare con l’auto o con il treno, ma è consigliabile l’ automobile, perché il treno fa tantissime fermate! Quindi… hai voglia di aspettare!
Per tradizione, ogni anno, di Luglio, fanno la fiera di San Genesio. In questa occasione, vengono messe lungo la strada principale, tantissime bancarelle!
C’ è chi vende il cibo, chi le calzature, c’è anche chi vende gli abiti.
La sera dopo cena erano aperte le giostre. A me piaceva fare la pesca delle banane, dove dovevi strappare una banana mentre i rami colmi di banane si muovevano aiutati da un macchinario. Poi ci piacevano gli scivoloni ondeggianti, dove, aiutati da dei tappeti, scivolavamo e arrivavamo in fondo come delle schegge. Anche i tappeti elastici con le imbracature , erano per i bambini fino all’ età di undici anni, ed erano molto divertenti! Io facevo le capovolte all’ indietro! E i dischi volanti, oh! I dischi volanti erano bellissimi, sparare agli avversari, andare su e giù… Quando venivamo via dalle giostre, con nostro padre, eravamo tristissimi e non volevamo andare a letto, allora stavamo un po’ nel borgo a chiacchierare.
Il borgo è piccolo e costruito con dei mattoni, ci sono anche delle scalette dove le persone si possono sedere.
Quando mia zia e mia mamma erano piccole scovavano anche le strade più nascoste! In questo stesso borgo vive mia zia. La sua strada lunga e stretta porta alla strada principale.
Quando stavamo in casa di mia zia a fare un bel niente ed a giocare, eravamo felicissimi, perché ogni tanto una persona si dovrà pur riposare!
Ma non solo! Mia mamma ci portava SEMPRE con sé quando doveva guardare le bancarelle, allora io pensavo:”meglio stare a casa che camminare, camminare, camminare!
Quando siamo venuti via, io e tutta la mia famiglia avevamo nostalgia di casa e quindi eravamo felici di tornare a Lari.
Comunque per me è stata una vacanza stupenda.
Francesca:
Questa estate sono stata per una settimana in vacanza a Parigi, ovviamente insieme ai miei genitori.
Ho visitato musei, palazzi antichi e moderni, monumenti interessanti fra cui la torre Eiffel, la costruzione più alta d’Europa.
Una mattina ci siamo alzati molto presto per raggiungere la metropolitana e scendere alla stazione più vicina alla Torre Eiffel. Ancora qualche metro a piedi ed ecc…, ci siamo, è davanti a noi.
Decidiamo di salire affrontando la mostruosa ed infinita fila a serpente. Sotto il sole , fa un caldo terribile, è insopportabile.
Dopo un’ora di fila, tocca a noi fare i biglietti e salire sull’ascensore. Siamo sommersi da una massa di persone tutte appiccicate.
Arrivati al secondo piano, affacciandoci, si vedeva un giardino enorme con una lunga fontana al centro. Era uno spettacolo!
All’interno c’erano piccoli negozi di souvenir e un bar dove abbiamo pranzato.
Per salire al terzo piano c’è un’altra fila non lunga, lunghissima che passa attraverso la struttura di ferro fermata da enormi bulloni. Saliamo sull’ascensore ancora più stretti di prima e dopo un breve patimento arriviamo al terzo piano. Io mi affaccio alla rete e vedo un panorama favoloso, straordinario!
Riconosco il muse del Luovre che avevo visitato qualche giorno prima, chiese e monumenti. Le persone sembrano come dei puntini neri che si muovono. Alle nostre spalle c’è una piccola stanza dove è stato ricostruito l’ufficio di Gustave Eiffel. Da piccole finestre si osservano tre persone costruite con la plastica e sono: Gustave, la figlia e l’inventore Edison.
Dopo aver fatto qualche fotografia, scendiamo con le scale al primo piano, ci riposiamo su una panchina … e via si riprende scendendo a terra.
Ai piedi di un pilone della costruzione c’è il busto di Eiffel, un uomo, secondo me saggio e sapiente.
Vedere questa enorme costruzione soprattutto salirci sopra e ammirare lo splendido panorama di Parigi è stata un’esperienza che non dimenticherò mai.
Valerio:
Questa estate sono andato in vacanza in Sardegna insieme ai miei genitori.
Siamo andati con la nave e abbiamo portato il camper per viaggiare liberamente. Con il camper abbiamo visitato tutte le coste d’Italia, siamo camperisti amanti dell’avventura.
Appena arrivati ad Olbia abbiamo cenato sul porto.
Il giorno dopo siamo partiti per andare ad esplorare la parte che non avevamo visitato lo scorso anno.
Appena arrivati sulla spiaggia io mi sono tuffato in acqua. Beh, come si può resistere ad un’acqua così limpida.
Abbiamo deciso di tornare sulla costa dall’altra parte dell’isola, però dovevamo attraversare le montagne e con il camper è difficilissimo salire. Prova, prova, prova, alla fine ci siamo riusciti.
Ci siamo fermati qualche giorno a Villa Simius.
Tutte le mattine c’era un pulmino che ci portava sulla spiaggia e ci veniva a prendere all’ora di pranzo. Ci portava in spiagge bellissime, straordinarie.
Le giornate trascorrevano velocemente e noi dovevamo partire per avvicinarci a Olbia, le vacanze stavano per finire.
L’ultima sera abbiamo cenato sul porto e poi siamo andati in paese, qui c’era una bancarella di fiori di cristallo e io ho comperato un fiore per il compleanno della mia sorella. Per mio fratello avevo raccolto delle conchiglie.
La mattina dopo ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto colazione e abbiamo preparato dei panini per pranzare sulla nave.
Siamo arrivati a Livorno alle cinque del pomeriggio, sul molo c’erano i miei fratelli, io ero emozionantissimo.
Lisa:
Durante le mie vacanze ho visitato molti luoghi interessanti ma questa volta voglio raccontare di quando sono andata a visitare le grotte di Postumia.
Quando siamo arrivati a Postumia eravamo felicissimi perché avevamo fatto molta strada e per fortuna avevamo trovato subito un albergo, altrimenti per i miei genitori andava bene dormire in macchina, perché eravamo stanchi .
Più tardi , dopo aver posato i bagagli ed esserci riposati, siamo andati a visitare il paese. Postumia non era molto interessante e non c’ era nemmeno tanta gente, la mia mamma voleva visitare meglio la città ma dovevamo andare a mangiare e così abbiamo deciso di visitarla dopo cena. Così abbiamo fatto infatti dopo aver visitato tutte le strade abbiamo trovato una chiesa, peccato che era in ristrutturazione , altrimenti ci saremo entrati.
Torniamo a noi. Subito dopo aver visto da fuori la chiesa siamo andati a letto.
Il mattino dopo siamo andati a fare colazione abbiamo preparato i bagagli e siamo partiti. Subito dopo essere arrivati siamo andati in biglietteria e ci siamo preparati per andare a prendere il trenino. Molte persone sceglievano di fare un’ escursione per vedere la lucertola che abita quelle grotte.
Il trenino era arrivato e allora siamo montati io ero agitata perché era molto freddo e l’ aria era umida ma non avevo paura perché quel luogo era magnifico e sembrava un luogo dove potevano abitarci le fate, un luogo magico, un mondo fantastico. Ero completamente immersa nel mondo dei sogni una cosa spet-ta-co-la-re perché stalattiti e stalagmiti creavano strane figure, sembravano grossi denti di drago ma c’ erano figure normali come persone torri e galli.
Dopo abbiamo visitato la sala degli spaghetti chiamata così perché tutte le stalattiti e le stalagmiti erano fini come degli spaghetti. In una sala avevano fatto un concerto e in un’ altra avevano celebrato perfino un matrimonio. Del resto le grotte di Postumia sono molto famose e anche molto lontane ma ne è valsa la pena per vedere qualcosa di magnifico !!!
Viola:
Questa estate io sono stata in Tunisia.
Da dove cominciare…
ci sono tante, ma tante esperienze che ho vissuto lì, ma quella che mi ha stupito di più è stata la gita al lago salato.
Insieme alla nostra guida che si chiamava Ridà abbiamo preso la sua jeep, e via partiti!!!
Arrivati alla meta, io sono rimasta a bocca aperta. Un lago immenso, grandissimo, gigantesco; tutto prosciugato, con uno strato di crosta di sale su tutta la sua superficie.
La guida ci aveva detto che questo lago è cinque volte più grande dell’ isola di Dgjerba, un’ isola lì vicina.
Qua e là c’erano pozze di acqua salata dove mio fratello, tonto com’è, ha immerso un dito e poi se l’è ciucciato. Per tutto il giorno non smetteva di dire:
-Blea, blea, che razza d’acqua schifosa che ho bevuto!!!
Mi hanno molto impressionato le statue di sale e gli scultori che incidevano su queste montagne di sale duro. Quando uno scultore finiva una statua di un metro quadrato, gli davano tanti soldi. Queste statue avevano soprattutto la forma di cammelli e dromedari.
E’ arrivato il momento di partire ma io non volevo andarmene perché quel paesaggio era speciale, meraviglioso, bello, bianco. Aveva le montagne che si estendevano sullo sfondo, dall’altra parte del lago, dava l’idea della desolazione e una grande sensazione di solitudine.
Una cosa spettacolare.
Anna:
La sera del mio compleanno, il ventisette di giugno, la mia nonna mi telefonò (dovete sapere che la mia nonna vive in Germania perché è tedesca).
Ora ritorniamo a noi. Lei al telefono mi disse: - Quando verrai da me andremo a fare shopping insieme.
Dopo una settimana, passata molto lentamente, la mia mamma mi comunicò di aver telefonato ad un suo amico che doveva andare in Germania e poteva accompagnarmi dalle mia nonna.
Io ero felicissima, come se si fosse avverato un grande desiderio.
La mattina dopo partimmo.
Furono necessarie sei ore di viaggio.
Quando arrivai tutti i miei parenti erano pazzi di felicità, perché era tantissimo tempo che non ci vedevamo.
Sapete, quando sono in Germania, sono sempre viziata da tutti !!!!
Il giorno dopo io e la mia nonna siamo andati dalla mia bisnonna, e lei, come tutti gli anni, mi ha regalato cinquanta euro. Subito dopo siamo andati a fare shopping, in bici.
Io volevo tanto avere dei pantaloni, ma di pantaloni nemmeno l’ombra, erano troppo stretti o troppo larghi o troppo lunghi. In cambio abbiamo trovato molte altre cose, uno scialle, delle bellissime scarpe, un giacchetto…
Allora mia nonna decise di portarmi in un negozio di pantaloni per bambini, ma io caddi dalla bici e mi sbucciai un ginocchio.
La ferita frizzava come se ci fosse caduto sopra olio bollente, era proprio una brutta sensazione.
Siamo dovuti ritornare a casa.
Lei mi ci mise subito un po’ d’acqua per levarmi il sangue, poi mi addormentai.
Il giorno dopo stavo già meglio, ma sembrava che non avessi più il ginocchio, per fortuna non faceva male.
La cosa che mi ha disturbato: proprio davanti al negozio di pantaloni sono cascata, e non me li sono potuti comprare. Che sfortuna!!!!
Nico:
Io durante l’estate, una domenica sono andato a caccia da solo.
A caccia non ho preso niente perché ero solo e non potevo portare il fucile perché sono troppo piccolo, però avevo il mio cane Scheggia.
Iniziammo la caccia.
Avvistammo subito un fagiano, ma scappò. Era un maschio perché era colorato.
La caccia continuò.
Il cane ad un certo punto fiutò qualcosa, allora io gli andai dietro, ad un tratto iniziò a correre e andò tra i rovi.
Io pensai: -Adesso ci siamo!
Io lo incoraggiavo su bellino prendilo!
Alla fine, spuntò fuori un enorme gattone e dietro il cane che lo rincorreva.
Dopo un po’ il cane si sdraiò e io dissi: ”Per oggi la caccia è finita Scheggia, andiamo a casa".
Alessio:
Io quest’estate ho fatto un esperienza nuova:sono andato in crociera con la mia famiglia.
Sulla nave c’erano ben undici piani, vari self-service, i negozi, la sala giochi, il teatro, le piscine e perfino un campo da tennis. Questo campo da tennis, con un rapido cambiamento, poteva diventare: da pallacanestro, pallavolo o calcetto. Insomma questa nave era gigantesca, era come una vera e propria città viaggiante.
Ad ogni passeggero era stato assegnato un ristorante, c’era anche un orario da rispettare, altrimenti non mangiavi perciò ogni sera dovevamo andare al “nostro” ristorante.
Ogni tavolo aveva un cameriere personale. Noi avevamo Federico, un ragazzo molto simpatico e gentile.
Potevamo andare anche a teatro ed ogni sera facevano uno spettacolo diverso. Una sera è venuto il circo. Durante lo spettacolo mi hanno invitato ad andare sul palco a fare il prestigiatore, io certamente ho accettato perché per me era un’esperienza molto rara.
Mi hanno messo dentro una specie di scatola per tagliarmi a metà, ovviamente c’era un trucco. Il trucco era questo: la scatola era già divisa io ero nella prima scatola, nella seconda un altro.
La mia mamma era impaurita, lo si capiva dalla faccia, io invece ero molto contento e felice.
Ma il bello della vacanza è stato stare insieme a mio fratello.
Oh, non vi ho detto una cosa: abbiamo fatto amicizia con un’altra famiglia che aveva una figlia di nome Giada, più piccola di me. Con questa famiglia abbiamo stabilito un rapporto molto confidenziale.
In crociera mi sono divertito molto e mi piacerebbe ripetere l’esperienza, perché è da urlo!!!!!
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1 commento:
Mi è piaciuto leggere la tua esperienza estiva.
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