martedì 10 marzo 2009

Un'esperienza da brivido

Giacomo:
Un anno fa, in un pomeriggio d’inverno, durante il periodo natalizio, io e la mia mamma eravamo a Milano a casa dei miei nonni. Loro erano usciti e la mia mamma doveva andare a prendere un’amica che non vedeva da tempo, quindi sono rimasto in casa da solo.
Mia mamma mi aveva già lasciato da solo, quindi non temeva che mi accadesse nulla, però la prima volta mi aveva lasciato solo per dieci minuti, stavolta passò mezz’ora.
Io ero piuttosto impaurito perché era sera e molto spesso suonavano sirene ed antifurti.
Dopo un po’, mentre ero alla finestra e guardavo fuori per vedere se mia mamma arrivava, vedo una corda calare giù dall’alto. Credevo che fosse un ladro. Allora sono andato in cucina, tremavo come una foglia per la paura, ho aperto il cassetto delle posate e ho preso il primo coltello che mi è capitato e…
Quando sono tornato in soggiorno ho trovato un Babbo Natale finto attaccato alla corda.
Meno male che poi l’hanno tirato su!
Accendo la televisione ma sento un rumore venire dal bagno.
Vado a vedere: era soltanto una cornacchia su un albero.
Torno di là e trovo la porta di casa aperta.
Questa volta, pensai, saranno veramente dei ladri, armati di pistole e coltelli.
Qualche secondo e vengo risvegliato da due voci familiari: non erano i ladri, era arrivata mia madre con la sua amica.
Abbiamo mangiato tutti insieme e prima di andare a dormire ho detto alla mamma di non lasciarmi mai più solo in casa, a Milano.


Anna:
Una sera d’estate, a casa mia, io insieme ai miei fratelli e degli amici tedeschi decidemmo di giocare al gioco del buio.
Questo gioco consisteva nello spegnere tutte le luci in una stanza, almeno tre devono nascondersi e uno deve aspettare che tutti abbiano finito e poi entrare a cercare…
Alcuni di noi, compresa me, si nascosero. Io ero piccola e non avevo capito bene il senso del gioco, però sentii dei passi che scesero le scale e poi si spensero completamente le luci.
C’era un buio profondo. Sentii qualcuno che scivolava sul tappeto come un serpente, ad un certo punto vidi un’ombra che passò davanti alla finestra da cui entrava la luce opaca della luna, e subito dopo, un botto sul letto.
Io deglutii e feci un passo indietro, i rumori diventavano sempre più forti. Sentivo i respiri, lo strusciare di jeans e oggetti che si muovevano.
Dalla paura scappai sotto il tavolo, quasi non avevo il coraggio di sbattere gli occhi. Ero immobile come una statua. Cominciai a tremare, sentivo battere il mio cuore. Tutto ciò che toccavo era ghiacciato, sudavo freddo, all’ improvviso tutto si fermò come un CD in pausa, e una immagine entrò nella mia mente: io vestita in bianco, intorno a me c’era solo l’oscurità, fra me e me pensavo di essere morta: gelavo dal freddo, non riuscivo più a respirare, non capivo più dove diavolo ero! Poi sentii un movimento busco che mi riportò alla realtà. Mi sentivo come mangiare dall’oscurità. Ad un certo punto un grido attirò la mia attenzione e poi di nuovo silenzio totale. Dopo qualche secondo si accese la luce, io cominciai ad urlare come una pazza, vidi mio fratello, gli mollai uno schiaffo e corsi da mamma a raccontare tutto.

mercoledì 28 gennaio 2009

Racconti umoristici

Francesca:
Un sabato sera dopo cena, ho invitato la mia amica Serena a giocare a casa mia.
Eravamo indecise, non sapevamo a cosa giocare, ma ad un certo punto a me si è accesa la lampadina …
-“Possiamo giocare con i bambolotti”!
Io avevo una bambola con i capelli scarruffati, attorcigliati e con dei nodi giganteschi, allora decidiamo di giocare alle parrucchiere.
Ci procuriamo un paio di forbici, un pettine e via…..SI COMINCIA L’OPERAZIONE!!!
Io, mister “tagliatutto“, ho dato una forbiciata e una ciocca di capelli è caduta in terra!
Ora che sono più corti, forse si possono pettinare meglio, allora Serena ha cominciato… con una fatica immensa, a pettinare ma non c’è riuscita, ha rotto il pettine!
Allora gli abbiamo messo la schiuma della mia mamma.
La bambola ha cominciato a perdere ciocche enormi di capelli. Io e Serena ci siamo messe subito a pulire, scoppiando dalle risate.
Allora abbiamo deciso di passare ai trucchi. Le abbiamo ricoperto il viso di fard scuro e le abbiamo dato un rossetto rosso.
Io avevo un mondo di vestiti così imitavamo i personaggi famosi e sfilate di moda con giurie severissime e incontentabili.
Prima che arrivasse mia madre abbiamo messo tutto in ordine, c’era un disastro catastrofico.


Erica:
CHE SFORTUNA!!
Questa notte è piovuto tantissimo ed è andata via la luce.
Mi sono svegliata e ho subito pensato:
-Ecco ci mancava solo questa!La luce è andata via ed io non vedo niente. Proprio ora che devo andare in bagno!
Io dormo su un letto a castello e quindi c’è la scala.
Mi sono messa in piedi sul letto, ho fatto un passo e… bum!
Ho inciampato nella fine del letto!
Ma non è finita!
la cosa più brutta è che … sono caduta dalla scala e mi ha sentito tutto il paese quando ho urlato: - Ahi, il mio sedere! Ma porca!
Mi sono alzata in piedi, ho continuato a camminare e… bum! Ho inciampato nel baule.
A quel punto mio fratello si è svegliato.
- Ma cosa sta succedendo tata?
- Niente Mirco, dormi!
- Non voglio dormire, è tutto buio, stai qui con me.
- Non posso! Devo andare in bagno, lasciami in pace!
- No! Devi stare con me!
A quel punto ho pensato: - Perfetto! Me la faccio addosso.
-Vieni con me in bagno e poi filiamo nel letto di mamma e babbo. A dire il vero avevo paura anch’io.
Siamo arrivati in bagno e per fortuna non l’ho fatta fuori. Insomma. E’ già tanto senza luce e con mio fratello che insisteva: - Tata, ma si va o no, nel lettone?
-Si va, si va, ma fammi finire!
Ci siamo messi a camminare in corridoio col buio pesto e ad un certo punto ho picchiato la testa nel muro e ho urlato:
- Accidenti al buio e quando l’hanno inventato!
Siamo corsi nel lettone e dopo cinque minuti ci siamo addormentati.


Lisa:
Una giornata da dimenticare
Tutto è cominciato con dei dannati, anzi dannatissimi pantaloni.
I pantaloni in questione, sono dannati perché senza la cintura, altrimenti non sarebbe successo niente.
Ma ora vi racconto come tutto è veramente cominciato, nell’ora di ginnastica, a scuola.
Mi metto le scarpe, faccio il riscaldamento e mi preparo per eseguire il percorso. Mentre sono in fila mi accorgo, per mia solita sfortuna, che non ho la cintura, ma non importa, posso sempre tirare su i pantaloni.
Emergenza! I pantaloni cascano. Faccio un passo e cascano, un altro e cascano un’altra volta.
Una mia amica mi aveva pure detto: - Stai attenta quando fai il percorso!
Me lo ha ripetuto mille volte ma io sono testarda e non l’ho fatto. Così quando è il mio turno corro, e già mi cascano un po’, faccio il percorso e al momento del salto con la corda i pantaloni mi cadono definitivamente.
A questo punto come mi dovrei sentire?
Tutti ridono, soprattutto i maschi che iniziano a fare battutine sciocche.
Io vorrei inabissarmi, cadere in un pozzo.
Forse esagero, ma in quel momento lo volevo veramente.
Ho subito pensato che ne avrebbero parlato per tutto l’anno. Ero rovinata.
Non è una cosa bella ridere di una faccenda spiacevole successa ad un’altra persona.
Vi domanderete come ho superato la questione, beh, facile: i miei compagni lo hanno dimenticato.


Aurora:
Il gatto acrobata
Un giorno ho deciso di addestrare il mio gatto Figaro a fare delle acrobazie strane.
Ho messo per terra un’asta fatta di legno e ferro e gli ho fatto anche una maglietta con il suo numero preferito: il quindici.
Sto per iniziare: - Stai ben concentrato perché se sbagli solo una virgola ti faccio fare la dieta variata, che hai una pancia più grossa di quella di un pesce palla!
Lui si è subito messo in posizione come un cane che ha sentito la preda, con le zampe ben poggiate per terra, quelle di sinistra in avanti e quelle di destra indietro.
Ma appena io ho detto. – PARTENZA!
Lui si è messo a dormire.
Ho gridato: - Forza, incominciamo! Salto con l’asta!
Ho provato a svegliarlo con una grattatina. Niente, la bella addormentata del bosco ha continuato a dormire.
Che barba questo gatto!

martedì 11 novembre 2008

L'autunno intorno a me

Laura:
Io, davanti a casa mia, ho un bosco che sembra un labirinto. E’ bello perché ci sono tanti alberi spogli e le foglie per terra, sembra un prato fiorito di giallo, rosso e marrone.
Io ci vado soprattutto d’estate, lì si sta bene perché non c’è caldo ma si sta al fresco.
In autunno non ci vado spesso perché fa freddo e anche con il giubbotto c’è molta umidità.


Erica:
Proprio giovedì scorso sono andata da mia nonna. Lei abita in campagna, quindi si vede bene l’autunno.
Basta aprire bene gli occhi… e vedi la nebbia, una nebbia bianca come una coperta che invece di tenerti al caldo ti fa rabbrividire. E’ come uno strato di glassa sottile, sottile che ti impedisce di vedere il paesaggio.
Poi vedi le foglie secche di bellissimi e infiniti colori: giallo, arancione, marrone, ma non il verde! Solo gli abeti riescono a trattenere le loro foglie verdi.
Basta respirare in modo profondo e senti l’odore dell’umido, un umido che viene dalle piogge che cadono, dalla nebbia che vedi. C’è l’aria fresca che quando diventa tramontana ti fa pizzicare il naso e telo fa diventare rosso come un pomodoro.
Basta ascoltare e senti il fruscio delle foglie sotto i tuoi piedi che formano una coperta di fantasiosi colori lungo le strade. Se prendi in mano una foglia e la stringi, ti si sbriciola così facilmente che sembra sabbia che cade dalle mani.
La mattina quando ti svegli gli uccellini sono già li che cinguettano per farti compagnia.
Nel pomeriggio invece senti le folate del vento e sembra che porti via con sé tutto il paese.
Questo è l’autunno.


Jacopo:
In questa stagione nelle mie terre, a Usigliano, vedo sempre cascare le foglie dal ciliegio, dall’albicocco, dal pesco e dal fico.
Cadono un po’ per volta, ma alcune rimangono attaccate ai rami più a lungo, sventolando come se non volessero morire.
C’è anche un boschetto, tutto spoglio, alcune volte ci trovi qualche scoiattolo che scappa veloce e poi senti cascare dei rametti!
Dovunque vai senti l’odore dei pini.
Il terreno è molto soffice perché spesso è piovuto e le foglie sono umide.
In una delle mie chiudende di ulivi c’è un profumo di olio che sembra appena fatto. Vicino c’è una pianta di cachi che dà un profumo squisito.
Di solito tira un’aria fredda che ti fa venire i brividi alla schiena.


Francesca:
Proprio ieri sono andata in un bosco, molto lontano da casa mia, a raccogliere le castagne perché è un frutto tipico di questo periodo.
Appena entrata, sotto i miei piedi, ho sentito un immenso tappeto di foglie soffici dove si può saltare e camminare ascoltando il fruscio di foglie bagnate. Erano di tanti caldi colori: marroni, arancioni e gialle, simili alle creazioni di Arcimboldo.
I castagni erano tutti spogli e ricoperti di muschio, vedevo le ultime foglie che cadevano per terra danzando qua e là.
Nell’aria sentivo un odore, anzi un puzzo di umido perché era piovuto qualche giorno prima.
Sentivo uno scroscio d’acqua, avvicinandomi sempre di più… ho trovato una piccola sorgente.
Più in alto sentivo ed ascoltavo il cinguettio degli uccelli e il battito delle loro ali.
Ho preso in mano una foglia, l’ho accarezzata delicatamente e sentito le sue “vene”.
Uscita fuori dal bosco, mi sono voltata indietro e per terra ho visto un mondo di colori.

Youssef:
Vicino a casa mia ci sono molti alberi verdi e anche molti alberi spogli.
Quando cadono le foglie dagli alberi somigliano a un dondolo.
Quando le foglie atterrano, formano un tappeto.
Ci sono anche dei funghi piccoli di diversi colori.
Molti foglie sono bagnate perché spesso piove ma alcune foglie sono secche e si rompono facilmente.


Alessio:
Io abito in campagna , dove ci sono tanti alberi e davanti a casa mia c’è un bosco, ma di alberi sempreverdi .
In questi giorni c’era molto vento che faceva muovere le fronde. Gli alberi ondeggiavano e si sentiva il fruscio delle foglie.
Oh, le foglie! Talmente belle in questa stagione! Ce ne sono di diversi colori:gialle, rosse, sfumate di rosa e di marrone; quando le tocchi senti che sono ruvide e sottili.
Per me la cosa più brutta dell’autunno sono gli alberi spogli, perché vedere solo i rami mi riempie di tristezza.
La mattina per andare a scuola sento l’umido che fa appannare tutti i finestrini che sembrano piste da pattinaggio. Ieri c’era molta nebbia e non si vedeva più nulla al punto che mentre venivamo a scuola tutti pensavamo che fosse sparita.
Talvolta, in questa stagione, i passeri si spostano in gruppo e quando volano senti le loro ali e il loro cinguettio forte.
Se mangi i suoi frutti senti l’odore, senti il sapore . Che bella questa stagione!


Anna:
In autunno, in un bel posto in campagna, ad esempio a casa mia a Lari, la mattina si respira un’aria fresca. La nebbia è molto densa e si vede molto poco, come se la neve dell’inverno si fosse alzata in cielo: una neve bianca, una neve misteriosa, una neve sottile.
Il pomeriggio, quando la “neve” è andata via, si vedono gli alberi spogli e sotto, le sue foglie dei colori infiniti dell’autunno, che formano come un tappeto… Se stringi una foglia fra le mani si sbriciola in centinaia di parti.
In autunno si sentono: il movimento delle ali degli uccelli, il fruscio delle foglie sugli alberi che sembrano tante buste che si muovono e ballano una danza infinita… il movimento dei rami degli alberi fa la musica che le accompagna.
Ecco questo è il mio autunno.


Viola:
Vicino a casa mia c’è una piccola valle in cui io vado molto spesso.
Ci sono alberi di tutti i tipi: pioppi, querce, ciliegi…
Questi alberi hanno aspetti diversi: alcuni sono spogli, altri sempreverdi, altri ancora sono secchi…
In autunno i colori delle foglie sono soprattutto il giallo, il rosso, l’arancione e il marrone, ma tra questi colori, ci sono tante sfumature.
Le foglie sembrano figure misteriose perché quando cadono sembrano ballerine che danzano in aria o degli areoplanini che scendono in picchiata e in terra formano un tappeto multicolore. Il tappeto se a qualcuno vien voglia di toccarlo sarà umido e bagnato perché sulle foglie ci sono piccole goccioline che le rendono bagnate.
Le foglie vengono mosse dal vento. Loro sono le ballerine e il vento è il principe che danza con loro.
Il fruscio delle foglie sembra la musica che accompagna i danzatori insieme al canto degli uccellini.
In autunno si sente un’aria umida e fresca e c’è tanta nebbia e quindi non si vede nulla. Questa nebbiolina è umida e sembra che ti entri nella maglietta, una bella sensazione però dopo viene piuttosto freddo.
Ma non ci sono solo odori invitanti , ci sono anche odori disgustosi, come ad esempio la puzza di marcio.
Qui non si parla solo di foglie ma anche di frutta.
D’autunno ci sono tanti frutti: le olive aspre e repellenti, ci sono i cachi stopposi e disgustosi, le castagne buone e croccanti, l’uva buona e dolce, le melacotogne disgustose e nauseabonde e i funghi anche quelli per me puzzolenti e ripugnanti.
Insomma vi ho descritto l’autunno.

Lorenzo:
L’autunno è per me una cosa meravigliosa, è pieno di molti colori: giallo, rosso, marrone e arancione. Colori che mi fanno pensare a una cosa calda come il fuoco.
Vicino a casa mia, la mattina presto, sul prato c’è tantissima nebbia e non si vede nulla. Ci sono foglie e certi profumi che sembra di essere in profumeria.
Gli alberi sono spogli, praticamente senza foglie.
Si sente il rumore di quando ormai secche, cadono.
Le giornate sono umide.
Fra poco arriverà l’inverno.


Valerio:
In autunno, nel giardino di un mio vicino, si odora il profumo di pino e si vedono gli uccellini che svolazzano da ramo a ramo.
In terra c’è un viale di foglie di colore rosso, marrone e giallo.
Si sente il vento che trasporta quelle meravigliose foglie, coloratissime che sono cadute dagli alberi ormai spogli.
Sembra che gli alberi siano sotto la doccia e le foglie, che sono cadute in terra, fanno da tappeto, mentre la nebbia sembra il vapore dell’acqua calda che hanno consumato gli alberi.


Miranda:
Ecco l’autunno, con tante belle foglie tutte diverse: qualcuna rossa, alcune gialle e altre marroni .
Il vento porta via tutte le foglie e lascia l’albero spoglio .
Tutte le foglie cadendo giù per terra formano un tappeto, se provi a toccarle alcune si sbriciolano altre si spezzano.
Senti il vento che porta via tutte le foglie e il freddo che fa diventare l’albero umido.


Lisa:
L’ autunno intorno a me è candido e calmo.
Mi dà una sensazione di freschezza perché il vento e la pioggia ripuliscono l’ambiente.
Nell’ aria si sentono fastidiosi odori, tra cui l’umidità.
La nebbia rende impossibile ammirare i paesaggi, rende tutto più cupo e più triste.
Da tutte le parti si vedono le foglie cadere, sembra che stiano giocando tra di loro ma il gioco finisce quando cadono per terra e formano strane figure. Quando sono tante costruiscono un arcobaleno di mille caldi colori.
Gli animali non si fanno vedere, secondo me perché hanno paura di un luogo così . Io, invece, ne sono affascinata perché il fruscio delle foglie, gli alberi tristi perché le perdono, il cinguettio e il silenzio, rendono l’autunno vero.
Spesso nel cielo appare un arcobaleno con colori sbiaditi che dice, l’autunno è veramente iniziato.

sabato 4 ottobre 2008

Lo sapevate??? Un' addizione può godersela alla grande, grazie alla proprietà commutativa

Ripassando le proprietà di cui GODONO le operazioni, ci ha fatto sorridere come, nella matematica, viene usato il verbo "godere".



LA PROPRIETA' COMMUTATIVA
dell'addizione:
interpretazioni
in forma umoristico/vignettistica

By Francesca

By Lisa

martedì 30 settembre 2008

Un'esperienza estiva

Elia:
Una domenica d’estate, sono andato a Varazze, perché volevo andare a trovare mia cugina Mariangela.
Il primo giorno sono andato con il cane della prateria di piccola taglia. Ha delle unghie lunghissime, gli occhi marroni e il pelo è simile a quello di un riccio di colore castano, ha delle orecchie piccolissime.
Ad un certo punto il cane è sparito, allora io e il padre di Sergio, il marito di mia cugina, ci siamo separati per cercarlo.
Io ho preso la bicicletta e il padre di Sergio la macchina. Io sono andato a cercarlo a casa , poi nel bosco , poi al ruscello , alla fine l’ho trovato : era a dormire sotto una pianta di insalata.
È arrivato il padre di Sergio e mi ha detto: - Non l’ho trovato!
Aveva una faccia triste, a momenti, piangeva. Allora ho preso e gliel’ho dato e abbiamo finito la nostra passeggiata.
È stata un’ esperienza bellissima anche se un po’ paurosa.
Alla fine siamo andati a casa e abbiamo mangiato tantissimo, poi siamo andati alla fiera e ci siamo divertiti. Io sono montato sugli elastici e saltavo in alto!!!
Mi è piaciuta tanto questa giornata perché mi sono divertito un mondo.
Un’ altra volta spero di tornarci!

Aurora:
Un giorno di questa estate io e i miei genitori siamo andati a visitare le grotte del vento che si trovano in montagna, ma non ricordo dove.
Quando siamo entrati la guida ci ha avvertiti che c’erano delle regole da rispettare.
Siamo passati da una porta da dove veniva un’aria piuttosto fredda, siamo andati avanti fino ad una ripida ed alta scala ed io, solo a guardare quelle scale, ero terrorizzata. Mi veniva voglia di tornare subito indietro, ma sono stata zitta. Ho continuato ad avere paura.
Poi un ragazzo, un visitatore, mi ha aiutato per tutto l’itinerario.
Dentro la grotta c’erano delle stalattiti splendide, tutte bagnate.
Ho visto dei laghetti di ghiaccio che sembravano di vetro, ma non era vetro vero e proprio, perché era acqua solidificata.
Abbiamo anche visto dei fossili di pesci e uno scheletro di orso.
A me e ai miei genitori queste cose sono sembrate interessanti, ma io non vedevo l’ora di uscire da lì.


Miranda:
Durante l’estate io e i miei genitori siamo andati in Albania perché un mio zio si doveva sposare.
Quando il giorno tanto atteso è arrivato, ci siamo svegliati molto presto e ci siamo vestiti tutti eleganti.
Siamo andati con la macchina a prendere gli sposi e via, in giro in tanti posti belli per fare le foto.
Poi siamo andati subito al ristorante, perché noi non usiamo fare la cerimonia in chiesa, andiamo solo al ristorante e lì semplicemente, mangiamo.
Questa è la nostra festa di matrimonio.
A fine pasto il cameriere ha portato la torta degli sposi, era molto alta, a molti piani. Sul piano più alto c’era una statuetta che rappresentava gli sposi.
Gli sposi prima hanno tagliato la torta , poi hanno bevuto lo champagne.
Uno degli invitati ha sparato un petardo di coriandoli per festeggiare, tutti hanno applaudito.
Dopo pranzo è arrivato un gruppo musicale che ha iniziato a suonare e noi abbiamo iniziato a ballare la tipica musica albanese. Così io ho imparato il ballo albanese.
Ormai era tardi e gli sposi se ne sono andati.
Anche noi siamo tornati a casa.


Giacomo:
Come tutti gli anni, anche quest’anno in estate sono stato in montagna a Casasco, vicino a Como, con i miei genitori.
Quando siamo arrivati c’erano i miei nonni, che sono partiti dopo due giorni, ed i miei cugini. Dopo qualche giorno sono arrivati anche i miei zii.
Ci siamo rimasti due settimane ed abbiamo fatto molte cose.
Mio zio e mio padre hanno costruito una bellissima casa sull’albero. Era posta a tre metri di altezza e per evitare di cadere era piena di corde. Una di queste era collegata ad una carrucola con la quale portavamo le cose che ci servivano.
Un giorno siamo andati in Svizzera, a Lugano. E’ stato bellissimo. Abbiamo mangiato in un centro commerciale e abbiamo preso dei souvenir.
Ma l’esperienza che mi è piaciuta di più è quando siamo andati tutti in gita in montagna.
Ci siamo vestiti in modo appropriato: scarponi, pantaloni corti e occhiali da sole; soltanto mio zio aveva anche il bastone.
L’escursione è stata lunga ma bella, è durata tre ore. Abbiamo camminato una ventina di minuti nel bosco fino ad un’altura, lì abbiamo pranzato.
Quando abbiamo ripreso a camminare io andavo a passo svelto e spedito, senza mai fermarmi, così sono arrivato sulla cima della montagna, in un batter d’occhio, mentre gli altri sono arrivati dopo tanto tempo.
Lassù l’aria era freschissima e allo stesso tempo calda, dopotutto eravamo sopra i duemila metri ed era pur sempre luglio.
Io ero stanchissimo e siamo andati a mangiare in un ristorante lì vicino.
Quando sono partito ero un po’ dispiaciuto perché a Casasco sono stato molto felice e mi sono divertito tantissimo, però volevo anche tornare a casa mia.


Jacopo:
Durante l’estate sono andato nelle Marche con il mio amico Alessio, in un centro vacanze.
Era enorme pieno di giardini e aiuole di ogni tipo.
Erano tutte casine blu e rosa, quelle blu, dove eravamo noi, erano più piccole e quelle rosa più grandi. Ogni casetta aveva il proprio numero, dalla uno fino ad un numero grande pensate che la nostra era il numero duecentosessantaquattro.
Siamo stati fortunati perché eravamo proprio davanti alla piscina.
Appena siamo arrivati ci siamo messi il costume e siamo andati a fare il bagno, ovviamente in piscina.
Prima di entrare il bagnino ci ha fatto conoscere il regolamento della piscina.
Appena usciti dalla piscina siamo andati ad esplorare il posto.
Ad un centinaio di metri c’era il mare.
Il terzo giorno abbiamo fatto quasi tutto, dall’aatività più faticosa alla più rinfrescante, cioè dallo sport al divertimento. Ah dimenticavo! Abbiamo iniziato la pesca.
Purtroppo, avendo una sola canna, dovevamo fare uno per volta.
Una sera, per caso, siamo andati sul lungomare e abbiamo trovato un negozio che aveva tutto per la pesca, ne abbiamo approfittato per comprare una canna nuova.
Una sera il fratello di Alessio ed il suo amico Davide hanno preso la schiuma da barba e ce l’hanno spruzzata sul nostro corpo. Suo padre l’ha sgridati così tanto da svegliarmi.
L’ultimo giorno siamo andati a pescare dalla mattina fino al tardo pomeriggio.
Insomma è stata una bella vacanza, il prossimo anno spero di ritornarci.


Laura:
Il giorno 10 giugno è nata mia sorella Alessandra.
E’ nata di notte e purtroppo mamma e babbo erano in sala operatoria mentre io ero in corridoio da sola. Mio fratello era rimasto a casa a dormire quel pigrone ! ! ! !
Io però l’ho vista con la placenta addosso ed era comunque bella. Dormiva e quindi sono stata un po’ con mamma poi babbo ha detto che dovevamo tornare a casa.
Quello è stato il mio giorno preferito.


Youssef:
Quando è finita la scuola io sono tornato in Marocco con la mia famiglia.
Sono arrivato in Marocco tutto felice perché stavo per rivedere i miei cugini ed i miei amici.
Appena arrivato ho salutato tutti, sono andato a casa del mio zio e ho chiamato il mio cugino Zaccaria per giocare a pallone.
Siamo andati a giocare vicino a casa mia .
Finito di giocare con i miei cugini sono andato a mangiare il cuscus con tutta la mia famiglia.
Ero felice perché avevo rivisto i miei amici e i miei parenti.

Abbes:
Dopo la fine della scuola sono andato in Marocco con la mia famiglia.
Ero contento perché ho rivisto le mie cugine e anche i miei amici .
Ogni giorno andavo a giocare a pallone con i miei amici e più tardi andavo dal mio cugino a guardare la televisione .
Io sono andato con la mia famiglia a trovare la mia nonna che era ammalata. L’avevano portata all’ospedale e la mia mamma era preoccupata perché era restata troppi giorni all’ospedale.
Poi è arrivata a casa ma nessuno poteva vederla perché era molto stanca e non poteva parlare né poteva muoversi .
Quando siamo partiti per tornare in Italia io ero contento perché avevo giocato con i mie amici ma anche un po’ triste perché avevo visto la mia nonna ammalata.


Erica:
Un pezzo della mia vacanza l’ho passato in Lunigiana, a Filetto, su per i monti, accompagnata dai miei genitori e dal mio fratellino.
Lassù in cima ci puoi arrivare con l’auto o con il treno, ma è consigliabile l’ automobile, perché il treno fa tantissime fermate! Quindi… hai voglia di aspettare!
Per tradizione, ogni anno, di Luglio, fanno la fiera di San Genesio. In questa occasione, vengono messe lungo la strada principale, tantissime bancarelle!
C’ è chi vende il cibo, chi le calzature, c’è anche chi vende gli abiti.
La sera dopo cena erano aperte le giostre. A me piaceva fare la pesca delle banane, dove dovevi strappare una banana mentre i rami colmi di banane si muovevano aiutati da un macchinario. Poi ci piacevano gli scivoloni ondeggianti, dove, aiutati da dei tappeti, scivolavamo e arrivavamo in fondo come delle schegge. Anche i tappeti elastici con le imbracature , erano per i bambini fino all’ età di undici anni, ed erano molto divertenti! Io facevo le capovolte all’ indietro! E i dischi volanti, oh! I dischi volanti erano bellissimi, sparare agli avversari, andare su e giù… Quando venivamo via dalle giostre, con nostro padre, eravamo tristissimi e non volevamo andare a letto, allora stavamo un po’ nel borgo a chiacchierare.
Il borgo è piccolo e costruito con dei mattoni, ci sono anche delle scalette dove le persone si possono sedere.
Quando mia zia e mia mamma erano piccole scovavano anche le strade più nascoste! In questo stesso borgo vive mia zia. La sua strada lunga e stretta porta alla strada principale.
Quando stavamo in casa di mia zia a fare un bel niente ed a giocare, eravamo felicissimi, perché ogni tanto una persona si dovrà pur riposare!
Ma non solo! Mia mamma ci portava SEMPRE con sé quando doveva guardare le bancarelle, allora io pensavo:”meglio stare a casa che camminare, camminare, camminare!
Quando siamo venuti via, io e tutta la mia famiglia avevamo nostalgia di casa e quindi eravamo felici di tornare a Lari.
Comunque per me è stata una vacanza stupenda.


Francesca:
Questa estate sono stata per una settimana in vacanza a Parigi, ovviamente insieme ai miei genitori.
Ho visitato musei, palazzi antichi e moderni, monumenti interessanti fra cui la torre Eiffel, la costruzione più alta d’Europa.
Una mattina ci siamo alzati molto presto per raggiungere la metropolitana e scendere alla stazione più vicina alla Torre Eiffel. Ancora qualche metro a piedi ed ecc…, ci siamo, è davanti a noi.
Decidiamo di salire affrontando la mostruosa ed infinita fila a serpente. Sotto il sole , fa un caldo terribile, è insopportabile.
Dopo un’ora di fila, tocca a noi fare i biglietti e salire sull’ascensore. Siamo sommersi da una massa di persone tutte appiccicate.
Arrivati al secondo piano, affacciandoci, si vedeva un giardino enorme con una lunga fontana al centro. Era uno spettacolo!
All’interno c’erano piccoli negozi di souvenir e un bar dove abbiamo pranzato.
Per salire al terzo piano c’è un’altra fila non lunga, lunghissima che passa attraverso la struttura di ferro fermata da enormi bulloni. Saliamo sull’ascensore ancora più stretti di prima e dopo un breve patimento arriviamo al terzo piano. Io mi affaccio alla rete e vedo un panorama favoloso, straordinario!
Riconosco il muse del Luovre che avevo visitato qualche giorno prima, chiese e monumenti. Le persone sembrano come dei puntini neri che si muovono. Alle nostre spalle c’è una piccola stanza dove è stato ricostruito l’ufficio di Gustave Eiffel. Da piccole finestre si osservano tre persone costruite con la plastica e sono: Gustave, la figlia e l’inventore Edison.
Dopo aver fatto qualche fotografia, scendiamo con le scale al primo piano, ci riposiamo su una panchina … e via si riprende scendendo a terra.
Ai piedi di un pilone della costruzione c’è il busto di Eiffel, un uomo, secondo me saggio e sapiente.
Vedere questa enorme costruzione soprattutto salirci sopra e ammirare lo splendido panorama di Parigi è stata un’esperienza che non dimenticherò mai.


Valerio:
Questa estate sono andato in vacanza in Sardegna insieme ai miei genitori.
Siamo andati con la nave e abbiamo portato il camper per viaggiare liberamente. Con il camper abbiamo visitato tutte le coste d’Italia, siamo camperisti amanti dell’avventura.
Appena arrivati ad Olbia abbiamo cenato sul porto.
Il giorno dopo siamo partiti per andare ad esplorare la parte che non avevamo visitato lo scorso anno.
Appena arrivati sulla spiaggia io mi sono tuffato in acqua. Beh, come si può resistere ad un’acqua così limpida.
Abbiamo deciso di tornare sulla costa dall’altra parte dell’isola, però dovevamo attraversare le montagne e con il camper è difficilissimo salire. Prova, prova, prova, alla fine ci siamo riusciti.
Ci siamo fermati qualche giorno a Villa Simius.
Tutte le mattine c’era un pulmino che ci portava sulla spiaggia e ci veniva a prendere all’ora di pranzo. Ci portava in spiagge bellissime, straordinarie.
Le giornate trascorrevano velocemente e noi dovevamo partire per avvicinarci a Olbia, le vacanze stavano per finire.
L’ultima sera abbiamo cenato sul porto e poi siamo andati in paese, qui c’era una bancarella di fiori di cristallo e io ho comperato un fiore per il compleanno della mia sorella. Per mio fratello avevo raccolto delle conchiglie.
La mattina dopo ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto colazione e abbiamo preparato dei panini per pranzare sulla nave.
Siamo arrivati a Livorno alle cinque del pomeriggio, sul molo c’erano i miei fratelli, io ero emozionantissimo.


Lisa:
Durante le mie vacanze ho visitato molti luoghi interessanti ma questa volta voglio raccontare di quando sono andata a visitare le grotte di Postumia.
Quando siamo arrivati a Postumia eravamo felicissimi perché avevamo fatto molta strada e per fortuna avevamo trovato subito un albergo, altrimenti per i miei genitori andava bene dormire in macchina, perché eravamo stanchi .
Più tardi , dopo aver posato i bagagli ed esserci riposati, siamo andati a visitare il paese. Postumia non era molto interessante e non c’ era nemmeno tanta gente, la mia mamma voleva visitare meglio la città ma dovevamo andare a mangiare e così abbiamo deciso di visitarla dopo cena. Così abbiamo fatto infatti dopo aver visitato tutte le strade abbiamo trovato una chiesa, peccato che era in ristrutturazione , altrimenti ci saremo entrati.
Torniamo a noi. Subito dopo aver visto da fuori la chiesa siamo andati a letto.
Il mattino dopo siamo andati a fare colazione abbiamo preparato i bagagli e siamo partiti. Subito dopo essere arrivati siamo andati in biglietteria e ci siamo preparati per andare a prendere il trenino. Molte persone sceglievano di fare un’ escursione per vedere la lucertola che abita quelle grotte.
Il trenino era arrivato e allora siamo montati io ero agitata perché era molto freddo e l’ aria era umida ma non avevo paura perché quel luogo era magnifico e sembrava un luogo dove potevano abitarci le fate, un luogo magico, un mondo fantastico. Ero completamente immersa nel mondo dei sogni una cosa spet-ta-co-la-re perché stalattiti e stalagmiti creavano strane figure, sembravano grossi denti di drago ma c’ erano figure normali come persone torri e galli.
Dopo abbiamo visitato la sala degli spaghetti chiamata così perché tutte le stalattiti e le stalagmiti erano fini come degli spaghetti. In una sala avevano fatto un concerto e in un’ altra avevano celebrato perfino un matrimonio. Del resto le grotte di Postumia sono molto famose e anche molto lontane ma ne è valsa la pena per vedere qualcosa di magnifico !!!


Viola:
Questa estate io sono stata in Tunisia.
Da dove cominciare…
ci sono tante, ma tante esperienze che ho vissuto lì, ma quella che mi ha stupito di più è stata la gita al lago salato.
Insieme alla nostra guida che si chiamava Ridà abbiamo preso la sua jeep, e via partiti!!!
Arrivati alla meta, io sono rimasta a bocca aperta. Un lago immenso, grandissimo, gigantesco; tutto prosciugato, con uno strato di crosta di sale su tutta la sua superficie.
La guida ci aveva detto che questo lago è cinque volte più grande dell’ isola di Dgjerba, un’ isola lì vicina.
Qua e là c’erano pozze di acqua salata dove mio fratello, tonto com’è, ha immerso un dito e poi se l’è ciucciato. Per tutto il giorno non smetteva di dire:
-Blea, blea, che razza d’acqua schifosa che ho bevuto!!!
Mi hanno molto impressionato le statue di sale e gli scultori che incidevano su queste montagne di sale duro. Quando uno scultore finiva una statua di un metro quadrato, gli davano tanti soldi. Queste statue avevano soprattutto la forma di cammelli e dromedari.
E’ arrivato il momento di partire ma io non volevo andarmene perché quel paesaggio era speciale, meraviglioso, bello, bianco. Aveva le montagne che si estendevano sullo sfondo, dall’altra parte del lago, dava l’idea della desolazione e una grande sensazione di solitudine.
Una cosa spettacolare.

Anna:
La sera del mio compleanno, il ventisette di giugno, la mia nonna mi telefonò (dovete sapere che la mia nonna vive in Germania perché è tedesca).
Ora ritorniamo a noi. Lei al telefono mi disse: - Quando verrai da me andremo a fare shopping insieme.
Dopo una settimana, passata molto lentamente, la mia mamma mi comunicò di aver telefonato ad un suo amico che doveva andare in Germania e poteva accompagnarmi dalle mia nonna.
Io ero felicissima, come se si fosse avverato un grande desiderio.
La mattina dopo partimmo.
Furono necessarie sei ore di viaggio.
Quando arrivai tutti i miei parenti erano pazzi di felicità, perché era tantissimo tempo che non ci vedevamo.
Sapete, quando sono in Germania, sono sempre viziata da tutti !!!!
Il giorno dopo io e la mia nonna siamo andati dalla mia bisnonna, e lei, come tutti gli anni, mi ha regalato cinquanta euro. Subito dopo siamo andati a fare shopping, in bici.
Io volevo tanto avere dei pantaloni, ma di pantaloni nemmeno l’ombra, erano troppo stretti o troppo larghi o troppo lunghi. In cambio abbiamo trovato molte altre cose, uno scialle, delle bellissime scarpe, un giacchetto…
Allora mia nonna decise di portarmi in un negozio di pantaloni per bambini, ma io caddi dalla bici e mi sbucciai un ginocchio.
La ferita frizzava come se ci fosse caduto sopra olio bollente, era proprio una brutta sensazione.
Siamo dovuti ritornare a casa.
Lei mi ci mise subito un po’ d’acqua per levarmi il sangue, poi mi addormentai.
Il giorno dopo stavo già meglio, ma sembrava che non avessi più il ginocchio, per fortuna non faceva male.
La cosa che mi ha disturbato: proprio davanti al negozio di pantaloni sono cascata, e non me li sono potuti comprare. Che sfortuna!!!!


Nico:
Io durante l’estate, una domenica sono andato a caccia da solo.
A caccia non ho preso niente perché ero solo e non potevo portare il fucile perché sono troppo piccolo, però avevo il mio cane Scheggia.
Iniziammo la caccia.
Avvistammo subito un fagiano, ma scappò. Era un maschio perché era colorato.
La caccia continuò.
Il cane ad un certo punto fiutò qualcosa, allora io gli andai dietro, ad un tratto iniziò a correre e andò tra i rovi.
Io pensai: -Adesso ci siamo!
Io lo incoraggiavo su bellino prendilo!
Alla fine, spuntò fuori un enorme gattone e dietro il cane che lo rincorreva.
Dopo un po’ il cane si sdraiò e io dissi: ”Per oggi la caccia è finita Scheggia, andiamo a casa".


Alessio:
Io quest’estate ho fatto un esperienza nuova:sono andato in crociera con la mia famiglia.
Sulla nave c’erano ben undici piani, vari self-service, i negozi, la sala giochi, il teatro, le piscine e perfino un campo da tennis. Questo campo da tennis, con un rapido cambiamento, poteva diventare: da pallacanestro, pallavolo o calcetto. Insomma questa nave era gigantesca, era come una vera e propria città viaggiante.
Ad ogni passeggero era stato assegnato un ristorante, c’era anche un orario da rispettare, altrimenti non mangiavi perciò ogni sera dovevamo andare al “nostro” ristorante.
Ogni tavolo aveva un cameriere personale. Noi avevamo Federico, un ragazzo molto simpatico e gentile.
Potevamo andare anche a teatro ed ogni sera facevano uno spettacolo diverso. Una sera è venuto il circo. Durante lo spettacolo mi hanno invitato ad andare sul palco a fare il prestigiatore, io certamente ho accettato perché per me era un’esperienza molto rara.
Mi hanno messo dentro una specie di scatola per tagliarmi a metà, ovviamente c’era un trucco. Il trucco era questo: la scatola era già divisa io ero nella prima scatola, nella seconda un altro.
La mia mamma era impaurita, lo si capiva dalla faccia, io invece ero molto contento e felice.
Ma il bello della vacanza è stato stare insieme a mio fratello.
Oh, non vi ho detto una cosa: abbiamo fatto amicizia con un’altra famiglia che aveva una figlia di nome Giada, più piccola di me. Con questa famiglia abbiamo stabilito un rapporto molto confidenziale.
In crociera mi sono divertito molto e mi piacerebbe ripetere l’esperienza, perché è da urlo!!!!!

lunedì 15 settembre 2008

Sveglia, si ricomincia!

Francesca:
Ieri sera sono andata a letto verso le dieci, ho passato una nottata tranquilla e serena, non vedevo l’ora di incontrare di nuovo gli amici e le insegnanti.
La sveglia suona con il suo rumore assordante, ma io non mi alzo! Passano cinque minuti e arriva il mio babbo che mi strapazza di qua e di là, alla fine casco dal letto.
Vado in cucina dove trovo la colazione pronta. Che meraviglia!
Mi preparo, prendo lo zaino, esco fuori e penso:
-Si ricomincia!!!


Lorenzo:
Il giorno prima dell’inizio della scuola mi sono preparato il grembiule, lo zaino e la merenda.
La mattina dopo mi sono svegliato verso le sette e mezzo; mi ha svegliato la mia mamma che mi ha urlato nell’orecchio: - Lorenzo svegliati!
Ero molto agitato perché cambiavo scuola, maestre e amici.
Mi sono alzato, ho fatto colazione e sono andato a scuola.


Nico:
Io la sera prima, verso le otto ho preparato lo zaino e i vestiti.
Dopo cena sono andato subito a letto e, per essere sicuro di svegliarmi, ho messo la sveglia alle sette e mezzo.
La mattina dopo invece di essere entusiasmato della sveglia non c’era versi, non mi svegliavo.
Allora mia madre ha detto:”Nico svegliati !!!” E mi ha buttato giù dal letto.
Alla fine mi sono svegliato e la mia mamma ha detto:”Ooooh!!!!” ti sei svegliato finalmente.
Ho saltato la colazione e via di corsa a vestirsi, mentre la mia mamma continuava a ripetere:”Muoviti!!!! Passa il pulmino!!!!!” E io:”Un attimino per favore!!!”.
Io, li per li, ero agitatissimo perché avevo fatto tutto di corsa. Avevo tanti pensieri in mente:”Come mi sarei trovato a scuola? Avrei trovato dei bambini nuovi? Delle insegnanti nuove?.
Quando sono arrivato alla fermata del pulmino avevo il fiatone.
Una volta arrivato a scuola, sono andato subito al piano di sopra, alle medie, perché mi ci ha mandato la maestra.
Per un attimo ho pensato:”Sono passato alle medie!!! Evviva!!!!!!” Invece siamo andati solamente a tirare i palloncini. Che peccato!!!!!!!


Lisa:
Ieri notte ho dormito molto bene, anche se ero agitata perché oggi sarebbe ricominciata la scuola.
Mi sono svegliata come in un giorno qualunque, anche se un po’ presto, infatti alle sei e mezzo, di solito, non sono sveglia.
Dopo essere scesa dal letto sono andata nel lettone con mamma perché babbo era uscito da poco per andare al lavoro.
Nel lettone non dormivo, perché sapevo che a scuola sarebbero arrivati nuovi compagni. Finalmente ero in quinta!
Era l’ ora di alzarsi e la prima cosa che ho pensato è stata :
“Mi manca un anno e poi sarò alle medie!”.


Alessio:
L’idea che ricomincia la scuola mi ha rovinato il sonno.
Molto presto mi ha svegliato un camion che faceva un rumore infernale. Per fortuna sono riuscito ha riaddormentarmi ,ma quando mi sono svegliato, ero sul pavimento ghiacciato ed ho sentito un brivido tremendo.
Ormai sono sveglio e vado in salotto, faccio colazione, mi vesto e penso:
- Perché non sono già alle medie?!?! Almeno sarei già un anno avanti e prenderei prima il patentino.


Erica:
Ieri sera sono andata a letto molto presto. Ero agitata ed emozionata. Ho dormito molto bene anche se la mattina mi sono svegliata alle 6.00.
Mi ha svegliata la signora del bar aprendo la porta!
Sono felicissima di tornare a scuola e di incontrare di nuovo le insegnanti e i miei compagni.
Mi alzo e penso “Sono EXTRAFELICE !”
Volo in cucina e faccio colazione, poi mi vesto mooolto velocemente, mi metto lo zaino in spalla e corro alla macchina. La mia mamma ha già messo in moto.
“ Che emozione, si ricomincia!”

giovedì 24 aprile 2008

I nostri disegni per il Mese della Pace

Aderendo all'iniziativa del Comune "Il mese della Pace", abbiamo affidato al linguaggio dell'immagine i nostri messaggi per la pace.


By Abbes
By Youssef, Fateh

By Elia, Valerio By Lisa, Erica
By Giacomo
By Viola
By Nico, Jacopo
By Anna, Francesca
By Aurora, M
By Laura
By Alessio

mercoledì 19 marzo 2008

Indagine "di mercato" per la realizzazione di dediche di Buona Pasqua

Abbiamo fatto questa indagine nella nostra classe per raccogliere spunti ed elementi significativi per la realizzazione dei biglietti di auguri di Pasqua per i nostri familiari.



CHE COLORE TI VIENE IN MENTE SE TI DICO PASQUA?

  • bianco X
  • rosso X
  • verde XXXXX
  • rosa XX
  • giallo XX
  • oro X
  • celeste X
CHE PAROLA TI VIENE IN MENTE SE TI DICO PASQUA?



  • libertà X
  • resurrezioneXX
  • regali X
  • morte X
  • uovo XX
  • erba X
  • campane XXX
  • colomba X
  • agnello X
CHE EMOZIONE TI VIENE IN MENTE SE TI DICO PASQUA?



  • amore XXXX
  • felicità XXXXXXX
  • allegria X
  • orgoglio X
CHE SCENA/IMMAGINE TI VIENE IN MENTE SE TI DICO PASQUA?


  • tante colombe X
  • discepoli allegri perché Gesù è risorto X
  • grande uovo pasquale con colombe intorno X
  • grande uovo XXX
  • colomba con ramo di olivo X
  • grande uovo circondato da ovetti da cui escono pulcini X
  • uovo da cui nasce pulcino XX
  • prato X
  • paniere con uova X
CHE SUONO TI VIENE IN MENTE SE TI DICO PASQUA?



  • sbattere di ali di colombaX
  • cinguettio di uccellini XXX
  • campane XXXXXXXXbambini che corrono X
Sulla base di questi spunti abbiamo creato le seguenti dediche (clicca sulle immagini per ingrandirle):

Autrice: Anna

Autore: Giacomo

Autrice: Laura
Autrice: Lisa
Autore: Nico
Autrice: Viola

Autrice: Erica

Autore: Alessio
Autrice: Francesca

sabato 8 marzo 2008

Cosa possiamo fare per proteggere l'ambiente e gli animali?

Clicca sulle immagini per ingrandirle

Autore: Nico
Autrice: Anna Autore: Alessio

Autrice: Erica
Autrice: Francesca
Autrice: Lisa