martedì 10 marzo 2009

Un'esperienza da brivido

Giacomo:
Un anno fa, in un pomeriggio d’inverno, durante il periodo natalizio, io e la mia mamma eravamo a Milano a casa dei miei nonni. Loro erano usciti e la mia mamma doveva andare a prendere un’amica che non vedeva da tempo, quindi sono rimasto in casa da solo.
Mia mamma mi aveva già lasciato da solo, quindi non temeva che mi accadesse nulla, però la prima volta mi aveva lasciato solo per dieci minuti, stavolta passò mezz’ora.
Io ero piuttosto impaurito perché era sera e molto spesso suonavano sirene ed antifurti.
Dopo un po’, mentre ero alla finestra e guardavo fuori per vedere se mia mamma arrivava, vedo una corda calare giù dall’alto. Credevo che fosse un ladro. Allora sono andato in cucina, tremavo come una foglia per la paura, ho aperto il cassetto delle posate e ho preso il primo coltello che mi è capitato e…
Quando sono tornato in soggiorno ho trovato un Babbo Natale finto attaccato alla corda.
Meno male che poi l’hanno tirato su!
Accendo la televisione ma sento un rumore venire dal bagno.
Vado a vedere: era soltanto una cornacchia su un albero.
Torno di là e trovo la porta di casa aperta.
Questa volta, pensai, saranno veramente dei ladri, armati di pistole e coltelli.
Qualche secondo e vengo risvegliato da due voci familiari: non erano i ladri, era arrivata mia madre con la sua amica.
Abbiamo mangiato tutti insieme e prima di andare a dormire ho detto alla mamma di non lasciarmi mai più solo in casa, a Milano.


Anna:
Una sera d’estate, a casa mia, io insieme ai miei fratelli e degli amici tedeschi decidemmo di giocare al gioco del buio.
Questo gioco consisteva nello spegnere tutte le luci in una stanza, almeno tre devono nascondersi e uno deve aspettare che tutti abbiano finito e poi entrare a cercare…
Alcuni di noi, compresa me, si nascosero. Io ero piccola e non avevo capito bene il senso del gioco, però sentii dei passi che scesero le scale e poi si spensero completamente le luci.
C’era un buio profondo. Sentii qualcuno che scivolava sul tappeto come un serpente, ad un certo punto vidi un’ombra che passò davanti alla finestra da cui entrava la luce opaca della luna, e subito dopo, un botto sul letto.
Io deglutii e feci un passo indietro, i rumori diventavano sempre più forti. Sentivo i respiri, lo strusciare di jeans e oggetti che si muovevano.
Dalla paura scappai sotto il tavolo, quasi non avevo il coraggio di sbattere gli occhi. Ero immobile come una statua. Cominciai a tremare, sentivo battere il mio cuore. Tutto ciò che toccavo era ghiacciato, sudavo freddo, all’ improvviso tutto si fermò come un CD in pausa, e una immagine entrò nella mia mente: io vestita in bianco, intorno a me c’era solo l’oscurità, fra me e me pensavo di essere morta: gelavo dal freddo, non riuscivo più a respirare, non capivo più dove diavolo ero! Poi sentii un movimento busco che mi riportò alla realtà. Mi sentivo come mangiare dall’oscurità. Ad un certo punto un grido attirò la mia attenzione e poi di nuovo silenzio totale. Dopo qualche secondo si accese la luce, io cominciai ad urlare come una pazza, vidi mio fratello, gli mollai uno schiaffo e corsi da mamma a raccontare tutto.

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